È arrivata quella puntata in cui sono ospite di un talk show
I hate being Paper Boi, it's awesome
Questa che state leggendo dopo un mese di silenzio è una puntata “speciale”. Se fossi Mr. Peanutbutter esclamerei entusiasta se si tratta di un episodio crossover. La risposta sarebbe: ebbene sì. Francesco Abazia con la sua newsletter Montague (ci si iscrive qui) è arrivato alla settima puntata. La settima puntata di Atlanta, la serie di Donald Glover, è quella in cui il rapper Paper Boi viene ospitato dal noto talk show Montague. Quindi, cosa abbiamo fatto? Be’, classico: un podcast. Qui leggete la prima parte, ovvero l’articolo di Francesco uscita questa mattina. Qui di seguito invece troverete un podcast speciale realizzato per l’occasione. Se siete nuovi: benvenuti. Se siete vecchi e affezionati lettori: ancora qui?!?!
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Se volete ascoltare il podcast, cliccate sulla foto, sperando fortissimo di essere Rihanna anche voi.
Ok, è arrivato quel momento in cui si realizza una sorta di puntata meta in cui metto a nudo tutti i riferimenti che sono stati necessari per creare Paper Boi, per scrivere le cose che ho scritto e via discorrendo. Paper Boi è uno dei protagonisti di Atlanta, la serie televisiva di Donald Glover dopo la quale vi sfido a trovare una serie alla quale appassionarsi allo stesso modo (specie se comedy). Come forse avrete già sentito nel podcast, l’aspetto più interessante della figura di Paper Boi è quella di essere un rapper “classico”, la macchietta del g-rap per eccellenza, scritto (tra gli altri) da uno degli artisti che invece quello stereotipo sta provando a sovvertirlo in svariati modi, dalla musica a tutto le altre divagazioni artistiche (compreso Spider-Man in cui prende il posto di quello che nei fumetti è palesemente Snoop Dogg).
La settima puntata di Atlanta, B.A.N., è probabilmente l’apice della serie, l’episodio più riuscito, nonostante sia uno dei classici episodi “filler” dei prodotti televisivi: uno di quelli che interrompe la narrazione orizzontale. Non è un unicum, a mio parere anche “La mosca” in Breaking Bad è l’episodio che forse spiega meglio tutto il percorso di Walter White ed è un episodio in cui, semplicemente, il protagonista crolla nel tentativo di catturare una mosca. Sono episodi in cui vediamo aleggiare per tutto il tempo un grosso impianto metaforico che - a tratti forse anche didascalicamente - ci riassumono il percorso dei protagonisti della serie.
Ma B.A.N., in più, ha un circondario di personaggi secondari che risaltano ancor di più i temi centrali di Atlanta. Su tutti, uno: Antoine. (Ora metto un’altra illustrazione dopo due righe, ma @giommoz mi ha fatto una serie di regali che non voglio vadano sprecati).
Non voglio fare spoiler, vi invito a recuperarvi Atlanta che - finalmente - è arrivato su NOW TV (altro piccolo trick: se siete interessati a fare un bel binge-watching potete sfruttare il periodo di prova gratuita).
Non voglio riempire questa NL di informazioni, analisi e giri di parole, tutti i temi che vorrei toccare li ho toccati con Francesco nel podcast che vi ho proposto all’inizio e che vi ripropongo ora. Sono tutti esperimenti, mi gasa l’idea di poter fare un po’ quello che mi va, come mi va con Paper Boi, spero piaccia anche a voi e che soprattutto non vi confonda.
Tra le altre cose a un certo punto sentirete un grosso rumore di uno screenshot, questo è il miglior riassunto di cosa voglia dire provare a fare cose con Francesco. Vi ricordo che la sua nl la trovate qui.
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Finita anche questa puntata, aspetto vostri feedback sul fantastico - me lo dico da solo - podcast. Iscrivetevi, fate iscrivere e tutte cose. Yo.