Ah, il cinismo. Ne sono spesso attore e spaventatissima potenziale vittima dello stesso, per questo ci ho messo un po’ a fare quanto segue. Poi ho chiesto su Instagram per manlevarmi dalle responsabilità, non ha vinto che accollo, quindi eccoci qui. Se avete un televisore di ultima generazione, siete sintonizzati su PAPER BOI. Sennò ugualmente perché mica è un canale TV.
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Quella che segue è una lista di 9 cose che ho visto o in ‘sti giorni o nel passato e mi sono riguardato velocemente solo per voi. Le trovate o su Netflix o su Amazon Prime Video, perché credo che sia più diffuso tra voi giovani lettori. Dove trovare il determinato prodotto lo capirete leggendo, quelle che seguono non sono vere e proprie recensioni: ci sono dei voti, c’è una piccola sinossi, una piccola analisi, un motivo per il quale ho inserito il tutto etc etc. Il criterio è: film che mi sono piaciuti che c’entrano con il rap, che hanno il rap nella colonna sonora o che sono un bello spaccato della società - anche se non c’entra un cazzo con il rap. Alla fine, come la maggior parte di voi ha votato su Instagram: “Boh, zi, la newsletter è tua”. Vi ringrazio sempre per l’affetto. Iniziamo.
KICKS
My quaratine routine
Se qualcuno un giorno mi avesse detto: “Oh, c’è un film sulle Jordan, basato ESCLUSIVAMENTE sulle Jordan su Netflix, guardatelo” probabilmente lo avrei abbracciato, in barba a ogni ordinanza restrittiva del momento. Sfortunatamente per me e fortunatamente per voi quel qualcuno sono io. No, no, non abbracciatemi.
Ringrazio i400 calci per questa roba della sigla che ho copiato da loro, vvb. Quindi: sigla, poi iniziamo:
Kicks è un film del 2016. Se esistesse un romanzo da cui è tratto sarebbe la classica storia di cui “è meglio il libro”, perché l’impostazione è quella classica del romanzo di formazione. È Stand By Me, ma con una storia più stilosa. Brandon è un ragazzino piccolo, ingenuo e povero in culo che abita nei sobborghi della west coast e ai piedi porta delle Air Force 1 tutte rotte, bucate. Ha due migliori amici Albert e Rico, il primo tra l’altro è impersonato dall’unico figlio riconosciuto di Notorius B.I.G. Ma della affinità tra Maradona e Biggie ne parleremo un’altra volta. In pratica capiamo che i suoi amici sono molto più stilosi di Brandon per il semplice fatto che ai piedi hanno uno un paio di Jordan 3 e l’altro un paio di Jordan 6 e passano le giornate a fumare, parlare di ipotetiche relazioni sessuali e sognare le Jordan 11. A una certa Brandon sbrocca, si rompe il cazzo di non essere minimamente considerato e/o considerabile dalle ragazze, decide di rompere il salvadanaio e comprarsi un paio di Jordan. Come deus ex machina arriva un plug all’angolo della strada che guarda caso ha il 7 delle Bred 1, la prima Jordan mai prodotta. Niente, le compra, le indossa, diventa fico, poi un bulletto del quartiere di nome Flaco con la sua cricca lo pesta e gliele ruba: da qui parte il viaggio di Brandon per riconquistare le sue Bred1.
Nonostante il pretesto possa sembrare futile, Kicks è uno spaccato perfetto della vita nel blocco, fatta di regole assurde, a cui a volte devi sottostare anche se ne hai per il cazzo (cfr. Rico, il più assennato dei tre). Il film è diviso in capitoli che portano i titoli di brani culto dell’Hip-Hop, spaziando da Eazy-E a Kendrick Lamar e ha una trovata che lo rende il film perfetto per il Tribeca o il Sundance: l’innocenza di Brandon è rappresentata in qualche modo da un’astronauta, che accompagna il nostro nei momenti culmine del film.
È un film costituito da regole stupide, che prendono il buon senso e lo rendono vittima di Van Damme, perché suonano davvero stupide le regole di strada. Ci sono un paio di passaggi molto didascalici - tipo l’innocenza che risiede nei bambini che sono la vera ragione - eppure Kicks è una di quelle chicche per cui potete bullarvi con i vostri amici che non sono iscritti a PAPER BOI. Ah se esistono vostri amici non iscritti a PAPER BOI o non sono davvero vostri amici o siete delle merde voi.
Non ho mai avuto un paio di Jordan, per il semplice fatto che ho il 13 e ho sempre avuto paura dell’effetto Pippo, e che quando sono diventato più grande sono anche diventato più stronzo, per cui tra Michael Jordan e Scottie Pippen ho deciso di sposare la causa del secondo e ho vestito a lungo diverse paia di Uptempo. Adesso ne ho un paio ghiaccio 48.5 molto belle che non so dove mettere perché occupano lo stesso spazio che occupa il mio comodino. Questo film mi ha portato a passare due ore su Stockx e sperare che questa roba del virus finisca presto così da riavere uno stipendio da sputtanare in Jordan 1.
Ah, nel film c’è Mahershala Ali aka il miglior attore della sua generazione aka dovete guardarlo per forza.
Voto:
Get Rich Or Die Tryin’
Questa scena mi fa ridere se penso a Eminem
La quarantena ti porta a fare cose inaspettate, tipo: rivedersi un film di 50cent. Nella famosa diatriba della copertina di Rolling Stone, il mio cuore ha sempre battuto per Kanye. Del mio disrespect per Eminem ormai siete a conoscenza, per cui un rapper sotto Marshall non poteva che avere del disrespect alla seconda. Vedendo il film, però, capisci come 8mile vorrebbe in continuazione essere GRODT, senza riuscirci mai. 8mile a confronto risulta MondoMarcio che parla con la patata in bocca provando a imitare 50, per intenderci.
Ora è su Netflix, vi annoiate sicuro, vale la pena riguardarlo, se non altro per capire quanto ridicolo sia oggi cancellare tutti i post di Instagram o fingere un dissing nelle storie quando 10 anni fa facevano I CAZZO DI FILM PER PROMUOVERE I CAZZO DI DISCHI.
Voto:
Lola Darling (She’s Gotta Have It)
Io ho sempre avuto una strana teoria da stronzo quale sono, ovvero: mai guardare NULLA che sia stato partorito prima del 1994. Motivo? Be’, se sulla terra prima di allora non c’ero io, che senso aveva tutto quanto? Ovviamente questa boutade ha delle eccezioni, ma l’unica roba su cui non transigo sono i film in bianco e nero, che mi fanno immediatamente pensare che accollo, come poche altre cose nella vita (il metal, gli extrabeat, il beatbox, un concerto di Kaos).
Questo film ha risolto praticamente ogni problema che io abbia mai avuto con il b/n, mette insieme tutto quanto io abbia visto più o meno di recente e lo fa meglio, da Woody Allen a Sorry To Bother You. Un film assurdo che ha rischiato di non vedere mai la luce per un presunto pene eliminato poi in fase di montaggio. Non vi spoilero molto anche perché più che la storia nel film è la storia in voi che funziona. Primo della lista dei film da recuperare.
Voto:
Free Meek
Nell’ultima serata che ho fatto prima che il mondo ci dicesse di rimanere a casa ho passato il tempo con un mio amico - ciao Stole - a convincerne un altro che Meek Mill era il G.O.A.T. e che il documentario su Prime Free Meek era una roba da vedere obbligatoriamente.
Ora, vorrei recuperare l’entusiasmo di quella sera, il supporto di Stole e avere un audio di quella serata. Meek Mill è uno dei rapper più culto che conosca, il suo prime non se lo è goduto per un cazzo a causa di problemi giudiziari e anziché condividere quel bastardo derivativo di Travis Scott a quest’ora magari potreste gasarvi con lui se lo stato non lo avesse bloccato. TVB MEEK.
Voto:
Ho finito lo spazio, fate finta ci siano 5 Meek Mill, anzi 6.
Spenser Confidential
*ciaff*
Ditemi, quante volte avete sognato di avere davanti Post Malone, prenderlo a schiaffi e spiegargli con estrema calma che ciò che deve fare è il cazzo di country con le sue chitarrine mostruose e raccontare di quella volta in cui lui e suo padre hanno preso al lazo un vitello appena nato anziché rompere i coglioni a tutti noi? Io personalmente tante.
Il film è trascurabile, l’ennesimo tentativo di Mark Wahlberg e Peter Berg di dimostrarci quanto sono amici riuscendoci moltissimo, perché un film del genere lo fai solo se sei davvero amico di qualcuno. Unico motivo per vederlo: Post Malone viene preso a calci e soprattutto viene ricattato nel modo più ridicolo del mondo, e cede snitchando.
Quindi: guardatelo.
Voto:
La puntata di South Park con Kanye
Non so secondo quale criterio Netflix abbia caricato le puntate di Southpark, è una sorta di best of, non so come funzioni i diritti di queste cose, ma fortunatamente l’unica puntata che mi interessava davvero è tra quelle disponibili e pertanto sono qui a parlarvene.
Sono anni, da quando ho iniziato a scrivere, che provo e vorrei redarre il pezzo definitivo su Kanye, una delle mie ossessioni principali da sempre e per sempre. Eppure penso che - se mai dovessi riuscire a realizzare quel libro da 12.000 pagine che sogno da eoni - be’, Fishsticks sarebbe il bignamino perfetto.
Se non capite Kanye, se amate Kanye, se avete dei dubbi su Kanye, be’ in questa puntata c’è tutto il Kanye pre-Kim e gran parte di quello dopo: il genio, l’ossessione, la facilità con cui si cade nel ridicolo, la totale capacita di essere avulsi dal circostante. Favoloso.
Voto:
Split
Ok, forse ho sbagliato. In Fishsticks non c’è davvero tutto, però parte di quello che non c’è in quella puntata di Southpark lo trovate nel bio-pic di Shyamalan dell’artista di Chicago. Un folle con 23 personalità la più candida delle quali ascolta Kanye West.
Questo film è la risposta alla domanda: cosa sarebbe successo se all’epoca 50Cent avesse venduto più di Kanye? O se Jay-Z non avesse deciso di investire su quel pazzo beatmaker dell’East Coast?
Risposta: Kanye ci avrebbe uccisi tutti.
Voto:
Unsolved
Per chi, come me, è cresciuto a pane e fiction RAI, finalmente Netflix ha contribuito a unire il mondo di vostra madre con il vostro. Da un paio di mesi c’è questa serie BELLISSIMA che appunto si chiama Unsolved ed è uno sceneggiato al pari di Don Matteo che tratta delle morti di Notorius B.I.G. e Tupac. Ci sono loro che sono mega amici, poi si dissano al telefono, storie d’amore, poliziotti imbranati. Bellissimo. Come scrivevo su Facebook anni fa spero che la RAI si attivi e faccia al più presto Otto Miglia, con Terence Hill nel ruolo di Eminem, oppure Yo-alla, la vera storia di Chadia Rodriguez. Protagonista: Elena Sofia Ricci.
Voto:
Q-Ball
Due righe velocissime, perché siamo arrivati in fondo e Substack mi continua a dire “oh, hai finito di mettere immagini e scritte in ‘sta roba? pesa un cifro”. È un documentario carino su una storia assurda: in uno dei carceri più storici della California esiste una squadra di basket che una volta all’anno sfida lo staff dei Golden State Warriors e spesso fa loro il culo.
Voto:
5 Stephen Curry.
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Bene, siamo arrivati in fondo, chi l’avrebbe mai detto? Vi saluto. Condividete PAPER BOI con gli amici se vi piace così divento ricco e famoso e seguimi su Instagram se vuoi dirmi qualcosa tipo: “Dai, davvero ti piace sta merda” o vuoi difendere Travis Scott. Baci.