xSpero, con questa puntata di non costruirmi a Brad Reputation. Lo so che è un elogio a Kim, lo so che parlerò spesso di Kanye in funzione di Kim. Non è sessismo, giuro. Lo que tu sientes se llama obsesión.
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Bam, bam, bam, carichissimo. PAPER BOI - ogni tanto mi dimentico di scriverlo in caps - sembra diventata quasi una newsletter seria: una puntata a settimana, ma che siamo pazzi?
L’argomento di oggi l’avete capito tutti: Kim Kardashian. Se non l’avete capito leggete i sottotitoli delle mie mail e andate a impararvi a memoria il testo di Bound 2. Grazie.
La nostra KK preferita (nella classifica rientrano: Kalidou Koulibaly, Keira Knightley e francamente escluse Khloé e Kourtney fuori classifica non mi viene in mente nessun altro con la doppia K come iniziale) è andata da Letterman, in quello show su Netflix in cui gli ospiti parrebbero non aver bisogno di presentazioni.
Prima di incominciare una lamentela: Vodafone ha deciso che questo w/e non meritavo internet a casa, per cui ho visto la puntata sul computer sì, ma facendomi hotspot da telefono. In conclusione: era come se stessi usando un giga telefono e Netflix non mi ha fatto fare gli screen. O meglio li ho fatti, ma risultano così.
Questa puntata non ha più senso.
Proverò a darglielo lo stesso, ma senza poter inserire Kanye West incappucciato in un angolo tutto tofa non sai che ti perdi (lo sa Katy Perry, che si si chiamasse Katy Kerry avrebbe scalzato quanto meno Keira dalla classifica di cui sopra).
Tornando a noi: perché ha senso guardarsi Kim da David, o Kardashian da Letterman? Sicuramente non a livello contenutistico: sembra una lunga puntata di Oprah, nella quale la parola “concordato” ti rimbalza in ogni lembo del cranio venti volte al secondo, sono tutte storie che se hai un rapporto morboso con la vita di Kim Kardashian già conosci. E se non hai un rapporto morboso con la sua vita non so perché tu viva, onestamente.
Indubbiamente è una vita pazzesca: a 14 anni si ritrova invischiata nel caso OJ, è in prima fila allo spettacolo giudiziario più grande degli Stati Uniti d’America, e lei è lì con suo padre - che da qualche anno a questa parte non riesco a immaginarmi se non con la faccia del coglione di Friends - è il BFF di Simpson. A quasi il doppio dell’età è la prima a scoprire la “vera natura” di Caitlyn Jenner, che quando ancora il mondo la conosceva come Bruce era il marito della madre di Kim. Poi è sposata con Kanye West un uomo che decide di prendere un aereo e cambiare continente per aiutare sua moglie con un cambio di outfit. Un po’ tatone un po’ mainsplainer.
Ora, appunto, nonostante tutto ciò - a cui si aggiungono l’aver davvero collaborato con Donald Trump non solo mettendosi un cappello idiota e mostrando il codice 0000 del proprio iPhone ed essere stata vittima di un furto molto segnante in quel di Parigi - nulla di quanto sopra è nuovo. Kim Kardashian è famosa perché a un certo punto un visionario ha detto: “Oh, questa famiglia è pazza, sono 3mila. Seguiamole tutto il giorno tutti i giorni”, quindi da stylist di Paris Hilton e passata a essere una star, proprio grazie al fatto che tutti di lei conoscessero tutto.
È un film già visto, è come se Letterman intervistasse Cristo e gli chiedesse di quella volta a Cana in cui ha svoltato un matrimonio. Sì, tutto bello, ma quando arrivano le novità?
La novità più grossa, per esempio - e magari qualcuno invece lo sapeva già - è che Kim Kardashian apre tutte le penne prima di comprarne una. E che, mannaggia a lei, riesce fare foto pazzesche anche con un telefono con dello scotch sulla fotocamera, mentre io se parlo al telefono per 25 minuti non posso fare foto per i successivi tre mesi perché rimane una strana foschia davanti alla telecamera interna.
Piccolo stacco pubblicitario guardate come mi sono ridotto, screen di una storia pubblicata da me medesimo su Instagram. Ah, come vorrei essere felice come Kanye
Quindi: ha senso stare un’ora attaccato a un monitor mentre potrei correre felice in un prato, giocare a pallone e mangiare questa mela colta direttamente da un albero che ah mamma mia com’era più buona? Innanzitutto sì perché fra una manciata d’ore ti ci devi riabituare al fatto che passerai da chiuso in ufficio a chiuso in casa il tutto intervallato da chiuso in un autobus con il muso incastrato nell’ascella di quello davanti a te ma ehi PAPER BOI non è una newsletter di politica smettiamola qui :).
Kim Kardashian seduta sulla poltroncina di Letterman è il miglior esempio di come l’idea che gli altri hanno di noi ci plasmi completamente. Fa impressione, specie se guardata subito dopo la puntata di Kanye, della differenza di linguaggio tra i due. Non so cosa significhi a livello di lettura della società, di quanto sia normale che lui possa fare l’incendiario e lei debba fare il pompiere, ma non c’è una parola casuale tra quelle pronunciate da Kim, pazzesco se pensiamo al flusso da Molly Bloom di Kanye.
Alcuni esempi:
• Sappiamo benissimo che Kim pensi che OJ sia colpevole, non lo dice mai esplicitamente, sembra un politico.
• Kanye non si è fatto problemi a dire che Jay-Z voleva ucciderlo.
• Con una delicatezza fuori dal comune, Kim non dice l’età di Kanye. Sappiamo essere un argomento spinoso, per mille ragioni che fanno parte soprattutto del mondo di appartenenza del marito, però con una nonchalance assurda glissa sull’età di West.
• Pensate alla prima cosa che vi viene in mente se pensate a Kanye che parla di Kim: lui che vuole fottersela su lavandino, lui che vuole fottersi le cognate, lui che l’accusa di volerlo far internare, con lo stesso livello di aggressività con cui accusa le major e l’NBA di essere i nuovi schiavisti.
• Riesce a essere delicata persino su Trump. Dice delle robe di merda, ovviamente, ma riesce a farci immaginare come possibile l’idea che un domani voti un’altra merda - del resto siamo negli USA - come Biden, senza essere contraddittoria.
• Non apro parentesi su Kanye e la politica dai.
Non so se ne ho già scritto di su queste pagine, se l’ho detto solo al bar o che so io, ma più volte ho pensato che negli ultimi anni la forza di Kanye fosse avere il miglior ufficio stampa (probabilmente lo chiamerebbero reparto PR) del mondo, ovvero Kim.
E qualche tempo fa ho proposto un libro e ho provato a tirare su un podcast, fallendo miseramente entrambe le volte, in cui sostenevo che nel 2024 non sarebbe stato Kanye il presidente degli Stati Uniti, ma sarebbe stata la coppia. Per la prima volta in toto.
Non è una novità: Beyoncé e Jay-Z, Michelle e Barack. Fa ridere quella retorica del dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, queste coppie citate in parte hanno provato a sovvertire in parte a confermare.
Eppure Kim lo fa con un approccio completamente diverso, si presta al gioco del marito come se appunto fosse un gioco, come quando mio padre si metteva a giocare a FIFA 06 con me permettendomi di segnare addirittura con Abbiati (o era Dida?) affinché la smettessi di rompere il cazzo, in qualche modo.
Sto giocando a Isaac in questo periodo (gli ultimi due anni). Non so se ci abbiate mai giocato anche voi: nel caso fatelo. Bene, se dovessi dire chi è Kanye è Isaac della challenge Suicide King. Spara, ‘ndo cojo cojo. Su Kim sarei indeciso: è Isaac con Libra o Lilith, ovvero che fa sparare gli altri, prende i colpi lei, ma alla fine ha tutto sotto controllo, sempre?
Non lo so, ma ti voglio bene Kim.
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Qualche giorno fa era il settimo compleanno di Bound 2. Auguri. Per festeggiare iscriviti e fai iscrivere le persone a ‘sta newsletter dai!