Come legge bene il tempo, signora mia
Ue! Nuovo logo, visto? Ho anche rifatto Instagram che avevo fatto un casino coi colori - un po’ grigio, un po’ rosa, un po’ azzurro. È il daltonismo, bambola, che ci vuoi fare? Puoi seguirmi qui, se ti va. E sono sicuro che ti vada. Vero? 😡
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Oramai sono passate un paio di settimane, ma io questa cosa ce l’avevo dentro. Mi dicevo: non scriverlo in giro, Tommaso, non hai molto da dire, sei solo te che borbotti. Ma poi, come sempre, la parte brontolona di me ha preso il sopravvento, quindi quella che segue è l’ennesimo wall of text nel quale mi lamento. È Paper Boi, bello!
Il disco dei Run The Jewels è una manata. Non sto ascoltando altro da quando è uscito, esclusa una piccola capatina a casa mia in Drilliguria con nelle cuffie il nuovo tape di Tedua, ma lì subentra la nostalgia, il romanticismo e tutte quei sentimenti non da veri uomini come il macho che sono, tutto d’un pezzo, che vuole sentire solo boom-cha e testosterone.
Il fatto che sia una bomba è insindacabile, vi sfido a trovare due motivazioni per il quale non vi è piaciuto (vi sfido davvero, se le avete rispondetemi e ne parliamo, mi sembra impossibile ma sono sempre felice di dire che qualcosa, alla fine, non mi è piaciuto così tanto. Ma la cosa di cui voglio parlarvi oggi è un qualcosa di cui in questi giorni stiamo davvero abusando: il crogiolarci nello spirito del tempo.
In queste ore Netflix ha rilasciato il nuovo film di Spike Lee, un film “che sembra scritto nel momento storico in cui viviamo” secondo una recensione aperta a caso cercando “Da 5 Bloods recensione” su internet. “Che sembra scritto nel momento storico in cui viviamo” si può anche declinare nel “il film uscito al momento giusto” o “il film di cui avevamo bisogno”. Tutte cose legittime, per carità.
Run The Jewels ha più o meno la stessa valenza: “oh, pazzesco, Killer Mike racconta la storia della polizia cattiva, eppure è scritto prima di George Floyd”. Ecco, questa cosa mi fa parecchio vivere.
Persino in tutte le recensioni e/o interviste uscite a tema RTJ, si esaspera questo concetto di Killer Mike profeta, che è riuscito a prevedere ciò che sarebbe successo. Be’, piccolo spoiler: c’è un motivo.
Ovviamente non è un problema solo italiano, anche The Ringer ha titolato qualcosa di simile, mi fa appunto sorridere, poi probabilmente è il mio cinismo che mi fa parlare così.
Eppure tutto ciò che mi porta a dire una recensione che ha come tema portante il fatto che il disco “sembra anticipare il momento storico” è molto semplice: quando avete capito che il razzismo non è un happening?
La morte di George Floyd, l’evento tanto vaticinato da Killer Mike & co., non è un evento straordinario, tutt’altro - lo dimostra ciò che è successo ad Atlanta una manciata di ore fa. Se oggi uscisse un disco scritto da un rapper afro-americano che racconti di come un nero possa essere ucciso pure mentre dorme, non sarebbe una profezia, sarebbe il racconto della normalità, un fatto storico che ha superato di gran lunga il momento in cui si palesa come farsa e diventa quotidiano. Una bella merda, no?
È una banalità sconcertante, eppure anche persone che stimo parecchio mi hanno commentato il disco così - mentre persone che non stimo più di tanto hanno cercato di impormelo come unico disco ascoltabile degli ultimi anni, finalmente il ragù come lo faceva nonna. Che palle.
Ora, io vorrei anche parlarvi del disco, di quanto sia felice quando esce un disco che contiene 2Chainz (che tra l’altro fa una strofa che contiene un gioco di parole tra Frank e Hot Dog da mani nei capelli, tvb TUUUCEEEIN), di quanto sarebbe stata bene Holy Calamafuck in Yeezus e che per questo motivo si candida automaticamente a mia traccia preferita o ancora di Pharrell e Zack de la Rocha, insieme, con Killer Mike e El P. Lo farei, ma sembrerei un bambino vivace che vi parla di quante volte ha fatto headbanging, riporterebbe delle barre per esaltarsi da solo e invece mi piace che di me conosciate solo il lato polemico.
Che dite? Dai, lasciamoci così. VVB.
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Oh, la prossima settimana potrei annunciare finalmente una cosina. Ci sto lavorando da tanto, ma sono scarso. Vorrei essere il Ronaldinho di Ski e Wok, ma probabilmente sono solo un Riganò qualunque. Alla prossima compañeros!