Bentornati (o bentrovati): questa è la seconda uscita di PAPER BOI, la mia newsletter sul rap. Bene, quello che segue è l’ennesimo tentativo di parlare di rap senza parlare di rap, di testare la vostra pazienza e di capire se PAPER BOI può diventare la newsletter con la percentuale più alta di disiscritti tra una puntata e l’altra. Quelli che seguono sono un po’ di pensieri in libertà su “Uncut Gems”, il nuovo film con Adam Sandler. Potrebbero esserci spoiler, come no… Who knows?
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Mentre scrivo queste righe sono passate appena due ore da quando Netflix mi ha chiesto se volessi vedere altro o godermi fino in fondo i titoli di coda di Uncut Gems. Ovviamente ho scelto la seconda opzione visto che si chiudeva sulle note de L’Amor Toujours. Sì, quella L’Amor Toujours. Questa.
Bene, se non lo avete visto il film è disponibile su Netflix dal 31 gennaio - piattaforma che per adesso non mi paga ancora per parlare di un proprio film, ma in futuro…
Cosa c’entra PAPER BOI con Adam Sandler? Tutto e niente, più niente che tutto.
Il film è ambientato nel 2012. Vi ricordate dov’eravate nel 2012? Io ero in seconda liceo classico a evitare ore intere di lezioni grazie all’incredibile mole di lavoro da Rappresentante d’Istituto (cfr: qual è il miglior focacciaro di Genova per la nostra ricreazione? La gente si taglierà davvero le vene in bagno se metteremo gli specchi?), ma non è di me che voglio parlare. Nel 2012, per esempio, Trinidad Jame$ era alla 36esima posizione della classifica Billboard, mentre The Weeknd si chiudeva in studio con il suo migliore amico Drake (lo sono ancora?) e si preparava alle sue prime date europee, come quella al Primavera Sound. Nel frattempo, secondo i fratelli Safdie, uno cercava di convincere Adam Sandler a vendere gioielli, l’altro pippava e scopava con l’amante dello stesso Sandler nel locale in cui era ospite. Non male no?
Ci sono piccoli rap-easter egg per tutto il film - come quando al banco dei pegni compare sullo sfondo un poster di Travis Scott, appena trasferitosi a New York dal Texas all’epoca del film - eppure Trinidad Jame$ e The Weeknd sono i più espliciti. Se per The Weeknd è un qualcosa di normale, del resto non è né la prima né l’ultima popstar a prestare la sua faccia per un film - e di certo la cocaina non è un tabù per l’artista canadese (così come appunto le battute sul Canada), perché Trinidad dovrebbe aver piacere a rievocare il 2012, oggi, nel 2019? Piccolo stacco pubblicitario e ce lo chiediamo.
Questa newsletter è gentilmente sponsorizzata da: immagini di Furby diamantati.
Cos’è un “One Hit Wonder”?
Non so se in Italia la musica ci abbia mai regalato un vero one hit wonder. Sicuramente - specie nel passato - sono esistiti cantanti che possono vantare nel proprio bagaglio di fama giusto tre minuti e ventiquattro secondi o poco più (penso a Valeria Rossi. Dai, non fate così, avete capito. Daiiii. Ok: “Dammi tre parole / sole, cuore, amore”. Visto?). Eppure l’aura che hanno quei rapper che sono esplosi, ci sono sembrati la next big thing e poi sono tornati a scuola (col microfono nella cartella) è lunghissima. Un rapido esempio: Desiigner, OG Genesis, quello di This Is Why I’m Hot di cui neanche ricordo il nome e via dicendo. Sono artisti che, per un motivo o per l’altro, a un certo punto sono spariti. Anzi, più che a un certo punto, tutti - più o meno - nello stesso preciso punto: dopo la prima hit. Desiigner, per esempio, era la risposta di Kanye West a Future dopo che Future lo aveva in qualche modo pisciato, preferendogli Drake. Eppure dopo Panda (e Timmy Turner, ma principalmente Panda) il giovanissimo rapper che aveva broads in Atlanta è diventato protagonista di una puntata di Chi l’ha visto?. Come se la vive? Come uno i cui commenti sotto l’ultimo singolo su YouTube variano da “I hope Desiigner makes a comeback just because people think he won't” a “Please promote this song guys.... he has no label he needs as much help as he can get”. Ecco come.
Ah, il 2012…
Una delle cose che più salta all’occhio del film è sicuramente la nostalgia per quando i messaggi su iPhone erano delle bolle verdi tutte in 3D, i telefoni erano piccolissimi e non c’era quella merda di Whatsapp (o comunque io non la usavo, perché l’app Messaggi della Apple era esteticamente più appagante). Ma soprattutto che c’è stato un periodo in cui The Weeknd era un giusto - dicono così i giovani d’oggi, no? - e Trinidad Jame$ e Ca$h Out avevano in comune la $ nel nome, la 36esima posizione su Billboard in quell’anno e soprattutto il fatto che in pochi si sarebbero ricordati di loro nel futuro, tranne a quanto pare i fratelli Safdie che hanno fatto sì che i due rapper si umiliassero dimostrando per l’ennesima volta di aver senso di esistere solo nel 2012. Si può avere nostalgia per otto anni fa?
Ehi, ma questa non era PAPER BOI, una newsletter sul rap? E infatti arriviamo a parlare finalmente di Trinidad Jame$, una delle persone a me sconosciute a cui voglio più bene in assoluto. Non ho molto da dire su di lui, conosco letteralmente tre canzoni partorite dalla sua mente, due sono featuring, una è uscita una manciata di giorni fa e nel ritornello omaggia James Brown per il semplice motivo che si chiama James, proprio come Trinidad - e con molti più dollari, aggiungo io, nonostante manchi il cash nel nome.
Perché voglio bene a Trinidad? Innanzitutto perché va in giro conciato così*
E soprattutto perché si è prestato a un cammeo di 12 secondi che ricorda a tutti noi che oggi non è nessuno. Uno degli atti più umani del mondo.
Fino a settembre 2012 Trinidad non era altro che un commesso, un po’ eccentrico, di un negozio di streetwear di Atlanta. Poi il mondo scoprì All Gold Everything, i suoi outfit e Def Jam gli diede due milioni di dollari per firmare un contratto. Trinidad è la classica figura che si ritrova nel tritacarne dell’industria discografica, non sa stare a galla e alla fine chi lo ha spremuto lo accantona. Quella fantastica montagna russa che è la vita lo porta - negli anni - ad essere accreditato come uno degli autori di Uptwon Funk di Mark Ronson e Bruno Mars, non perché si sia mai seduto a un tavolo per scrivere le lyrics di quel pezzo, ma per il semplice fatto che i due si erano innamorati di “don’t believe me, just watch”, una barra del brano del 2016 che infatti diventa "the hood version of Uptown Funk”. Per queste sei parole Trinidad riceve un 8% delle royalties del brano e l’onore di partecipare a un remix per il quale il famigerato popolo del web non sarà così magnanimo.
Oggi Trinidad è pronto a tornare con la propria musica mentre condivide entusiasta il merch di Uncut Gems su Instagram, ma intanto alla storia passerà per vette inarrivabili come “Popped a molly, I’m sweating”. Chissà che non riceva royalties anche dalla Borotalco®.
*ok, sembrava una battuta, ma la storia di Trinidad Jame$ è abbastanza incredibile. Oltre al fatto, appunto di avere nel proprio curriculum vitae una hit planetaria e le royalties di una hit interplanetaria, l’ex commesso emigrato dal Trinidad & Tobago verso Atlanta è una delle ispirazioni stilistiche per gente come Young Thug o Lil Uzi. Su questo lui ci ha giocato molto - il suo primo disco da indipendente si chiama Father FiGGA - ma in qualche modo nel 2016 lui indossava abiti che oggi portano rotture di cazzo a gente come Lil Nas X negli USA o Ghali in Italia. Visto che siamo in un periodo storico in cui rigurgiti omofobi come quelli di Pastor Troy sono all’ordine del giorno, nel mio piccolo cuore di appassionato di meteore americane, Trinidad ha ben più che un posto d’onore. Tra le sue influenze Jame$ cita Alessandro Michele, YSL, ma dice di essersi ispirato soprattutto alle carribean waves della sua nazione natale, ma soprattutto dice di essere sicuro che “The people with problems about men wearing dresses (or anything else) will eventually die out. The future doesn’t slow down for anyone. Adjust or die!” ❤️
: Vi consiglio questo incredibile articolo di Vulture sul perché nel film sia presente un Furby di diamanti. Spoiler: perché è il simbolo più grande del decadimento degli anni ‘90.
BONUS
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Erano anni che sognavo di scrivere qualcosina su Trinidad Jame$, probabilmente non gli ho reso onore come avrei voluto, ma so che T.$. saprà perdonarmi. Anche questa puntata era una sorta di esperimento, partire dal #topic del momento e darvi le chiavi d’accesso alla mia testa che anche davanti a un filmone del genere che non ti lascia respirare un secondo pensa: “Uh bello questo riferimento al rap. Ah ma quella cinta è la stessa che era nel video di… Uh, usa Excel, proprio come Nelly e la sua tipa per messaggiare” e così via…
Dunque, anche per questa volta dobbiamo separarci. Io vi ricordo che ho una pagina Instagram che potete seguire cliccando qui. Anzi, questa volta metto un bottone.
Perfetto, bello arancione come piace a me! Se non siete iscritti lascio anche il bottone per iscrivervi e quello per condividere. Come al solito se volete chiarimenti, muovermi critiche, insultarmi potete rispondere a questa mail e io vi leggerò.
Bacioni alla prossima (che non so quando sarà, ma sarà).